Romania e Bulgaria entrano nell'area Schengen: impatto sugli espatriati

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Pubblicato 2024-03-25 alle 10:00 da Asaël Häzaq
Il 30 dicembre 2023, i 27 Paesi membri dell'Unione Europea hanno votato per l'ingresso parziale di Romania e Bulgaria nell'area Schengen, che entrerà in vigore il 31 marzo. Cosa implica questa misura per gli espatriati e per chi progetta di trasferirsi?

Ingresso parziale nell'area Schengen, grandi prospettive

Se parliamo di "ingresso parziale" è perché l'accordo riguarda solo l'eliminazione dei controlli alle frontiere marittime e aeree. L'accordo non riguarda (ancora?) i confini terrestri. Si tratta comunque di un importante passo avanti. Da quando hanno aderito all'UE, la Bulgaria e la Romania hanno già applicato alcune delle regole di Schengen. Questa nuova espansione dell'area di libero scambio interesserà circa 450 milioni di persone. In prima linea ci saranno i cittadini rumeni e bulgari, ma anche gli espatriati e quelli che stanno per trasferirsi.

Secondo i dati Eurostat relativi al 2021, la maggior parte degli stranieri in Romania sono titolari di un permesso di lavoro. Gli altri si trasferiscono dopo la pensione e per motivi familiari (15%) o per studio (12%). I cittadini turchi rappresentano la comunità di espatriati più numerosa (circa l'8,7%) davanti a moldavi, italiani, francesi e tedeschi. La Romania e la Bulgaria contano varie comunità di stranieri in pensione tra cui italiani, francesi e americani. Sempre secondo i dati Eurostat del 2021, gli espatriati di nazionalità turca sono i più numerosi in Bulgaria (quasi il 15%), davanti a russi, ucraini, siriani e tedeschi.

Verso un aumento dei prezzi per i viaggiatori?

Per i cittadini europei (la Moldavia non è ancora membro, ma è candidata per l'adesione all'UE dal giugno 2022), l'ingresso parziale di Romania e Bulgaria faciliterà gli spostamenti all'interno dell'area di libero scambio. I pensionati espatriati sperano di avere meno vincoli quando si tratta di far arrivare familiari che vivono in altri Paesi europei o di portarli con sé. I pensionati extraeuropei hanno aspettative simili.

Ma i prezzi saliranno? Questo è ciò che temono alcuni, per i quali l'ingresso nell'area Schengen sarà necessariamente accompagnato da un aumento del costo dei biglietti aerei, per allinearli agli standard degli altri Paesi europei. Gli stessi timori riguardano gli alloggi, il cibo e i servizi, soprattutto per gli espatriati che vivono nelle città turistiche. Per i professionisti che operano in ambito turistico non c'è da preoccuparsi per l'aumento dei prezzi. Almeno per ora.

Il governo bulgaro e quello rumeno si aspettano di attrarre un maggior numero di lavoratori stranieri. Una necessità per queste nazioni colpite da emigrazione e carenza di manodopera.

Libera circolazione per attirare gli espatriati

La Romania resta segnata da un'emigrazione massiccia e da un tasso di natalità in calo. Nel 2023, il Paese contava una popolazione di 19 milioni di abitanti, di cui 5 milioni sono emigrati in Europa occidentale, soprattutto in Germania, Italia e Austria. L'emigrazione si ripercuote sull'economia, da qui la necessità di lavoratori dall'estero. Lo stesso discorso vale per la Bulgaria, colpita da un esodo incessante di giovani. A fine 2021, le Nazioni Unite stimavano che nel 2050 la nazione conterà solo 5.4 milioni di abitanti, rispetto ai 7 milioni, o poco meno, di oggi.

Come i rumeni, i bulgari si stanno trasferendo principalmente in Germania. Seguono Paesi Bassi, Polonia, Austria e Belgio. La Bulgaria spera di attirare nuovi talenti stranieri, come i nomadi digitali. Sempre più tedeschi, francesi e britannici si stanno stabilendo a Bansko, una cittadina e località sciistica nel sud-ovest del Paese. Forte del suo crescente successo, sta facendo concorrenza a Sofia e attrae sia famiglie di espatriati che gente del posto.

L'ingresso parziale di Bulgaria e Romania nell'area Schengen sta aumentando la loro attrattiva. Gli Stati vogliono sfruttare l'aumento della mobilità per richiamare i turisti. Il Ministero del Turismo rumeno ha già rilevato un aumento del numero di turisti: oltre un milione nella prima metà del 2023, rispetto agli 813.400 di febbraio 2022. I turisti provengono principalmente da Italia, Germania e Israele.

Trattenere gli espatriati non europei

L'adesione all'area Schengen consentirà a Bulgaria e Romania di trattenere i lavoratori stranieri? Dal 2017, il governo rumeno si rivolge a lavoratori provenienti dal Sud-Est asiatico. Il numero di visti rilasciato a lavoratori non europei è passato da 3.000 nel 2016 a 50.000 nel 2021. Nel 2021, la percentuale di cittadini nepalesi e indiani ha superato quella di italiani, tedeschi e francesi (quasi il 6% contro poco meno del 4%, secondo Eurostat). Le organizzazioni che difendono i lavoratori extraeuropei parlano di un aumento del rischio di abusi da parte di datori di lavoro senza scrupoli.

La situazione è simile in Bulgaria. Secondo la Confederazione bulgara del lavoro, solo il 30% dei posti di lavoro trova candidati locali che soddisfino i criteri. A causa della carenza di manodopera, e della crisi demografica, il Paese deve affidarsi a lavoratori extraeuropei. Nel 2023, più di 23.000 cittadini extraeuropei hanno ottenuto un permesso di lavoro per la Bulgaria. Molti provengono da Ucraina, Turchia, Stati Uniti, Brasile e Taiwan. Le autorità bulgare si dicono soddisfatte di questa diversità. Contano sull'ingresso nell'area Schengen per migliorare la loro immagine e incoraggiare la mobilità professionale internazionale.

L'adesione all'area Schengen facilita gli spostamenti da una nazione all'altra. Si tratta però di un'arma a doppio taglio. Gli espatriati non europei potrebbero lasciare Bulgaria o Romania per andare a lavorare in un altro Stato europeo. La sfida per questi due Paesi quindi, non è solo di attrarre manodopera dall'estero, ma anche di trattenere quella già sul territorio. L'ingresso a pieno titolo nell'area Schengen andrà sia a favore di Bulgaria e Romania, sia degli stranieri, in particolare di quelli che già vi risiedono.