Come gestire le tasse se sei un nomade digitale

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Pubblicato 2024-01-25 alle 11:30 da Asaël Häzaq
Secondo l'Organizzazione Mondiale del Turismo, il numero di nomadi digitali è aumentato notevolmente da quando i governi hanno iniziato a rilasciare visti per nomadi digitali. Questi lavoratori hanno ora a disposizione un quadro strutturato per svolgere il loro lavoro mentre viaggiano, ma qual è lo status fiscale del nomade digitale?

Il visto per nomadi digitali

Nel suo ultimo rapporto, pubblicato l'8 novembre 2023, l'Organizzazione Mondiale del Turismo esamina il legame tra l'aumento del numero di visti per nomadi digitali e l'aumento del numero di persone che scelgono questo stile di vita. Secondo lo studio, il 39% degli Stati applica esenzioni fiscali ai nomadi digitali (su 54 Stati esaminati). Il visto per nomadi digitali non implica un cambio automatico di residenza fiscale. Permette al titolare di entrare legalmente nel Paese che ha emesso il visto. Uno dei requisiti fondamentali per il rilascio del visto è disporre di risorse finanziarie sufficienti. I cittadini stranieri possono soggiornare a patto di non svolgere un'attività lavorativa in loco; le loro fonti di reddito devono provenire dall'estero. In alcuni casi, possono anche avviare un'attività in proprio (in Estonia o a Dubai, per esempio).

Per attirare i professionisti stranieri, di solito i governi non tassano il reddito di origine estera dei nomadi digitali. Nel caso in cui lavorassero per una società con sede fiscale in un altro Paese, potrebbero non essere in regola con la legislazione della nazione ospitante e/o essere doppiamente tassati.

Qual è lo status fiscale del nomade digitale?

Non esiste uno status fiscale specifico per i nomadi digitali. Il termine non si riferisce a una categoria fiscale o legale distinta, ma a diversi profili legali e fiscali. Tra questi si distinguono tre categorie principali: i dipendenti, i micro-imprenditori e le ditte individuali. I dipendenti sono legati al loro datore di lavoro e la base imponibile è stabilita nel luogo in cui opera l'azienda. Analogamente, gli imprenditori pagano le tasse nel Paese in cui hanno stabilito e gestiscono la loro attività, il cosiddetto domicilio fiscale.

Dipendenti

Lo status fiscale di un dipendente è regolato dalle norme specificate nel contratto di lavoro che, a sua volta, è disciplinato dalle leggi del Paese in cui il dipendente lavora. Se un'azienda autorizza i dipendenti a lavorare a distanza da un altro Paese, i dipendenti rimangono affiliati all'azienda. In linea di principio, le tasse dovrebbero essere pagate nella nazione in cui lavorano. Se il dipendente risiede nel Paese ospitante per un lungo periodo, potrebbero sorgere delle complicazioni. 

Imprenditori 

In generale, le ditte individuali sono soggette all'imposta sul reddito, il cui importo varia in base alla natura dell'attività, che sia di tipo imprenditoriale, commerciale o artigianale. I commercianti e gli artigiani sono tassati sui profitti di tipo industriale e commerciale (BIC), mentre i lavoratori autonomi sono tassati sui profitti di tipo non commerciale (BNC). Le regole di calcolo possono essere complesse e variano da un Paese all'altro.

Microimprenditori

I microimprenditori beneficiano di un sistema fiscale semplificato, tra cui un'aliquota fiscale più bassa rispetto agli imprenditori indipendenti. La distinzione tra attività commerciali e non commerciali esiste anche per i microimprenditori, ma è calibrata sul regime delle microimprese (micro-BIC e micro-BNC). Anche in questo caso, la normativa può variare da un Paese all'altro.

È opportuno ricordare che le aziende possono avere diverse strutture giuridiche, come la società per azioni semplificata unipersonale (SASU) o la società a responsabilità limitata unipersonale (EURL). Di conseguenza, la situazione fiscale di un nomade digitale che è imprenditore dipende anche dal suo status giuridico. Il termine "freelance" non designa uno status giuridico, ma si riferisce piuttosto a persone che lavorano in modo indipendente. I freelance possono essere imprenditori individuali, microimprenditori o operare come EURL.

A chi pagano le tasse i nomadi digitali?

Lo studio di cui sopra evidenzia che molte nazioni considerano i nomadi digitali come residenti fiscali dopo 183 giorni all'interno dei loro confini, indicando inoltre che le normative fiscali cambiano da uno Stato all'altro. Questo solleva una serie di interrogativi sulla tassazione: i nomadi digitali devono pagare le tasse e, in caso affermativo, devono farlo nel loro Paese d'origine, o in quello in cui risiedono i loro clienti (nel caso di lavoratori autonomi)? In materia fiscale, ogni nazione è libera di applicare le proprie regole. Per questo motivo, prima di andare all'estero, è opportuno familiarizzare con le normative fiscali del luogo di trasferimento.

Paesi con esenzioni fiscali per i nomadi digitali

Paesi come Emirati Arabi Uniti (EAU), Croazia, Mauritius, Malta, Portogallo e Malesia prevedono esenzioni fiscali per i nomadi digitali, per un periodo di tempo non specificato. Antigua e Barbuda, Barbados e Lettonia hanno invece definito la durata degli incentivi fiscali, che sono di 2 anni per Antigua e Barbuda e di 1 anno per Barbados e Lettonia.

Tasse sul reddito

Quando uno Stato non ha una politica fiscale dedicata ai nomadi digitali, le regole dipendono da vari fattori. In Argentina e in Norvegia, ad esempio, i nomadi digitali sono trattati alla stregua di qualsiasi altro non residente o residente e sono soggetti alla stessa imposizione fiscale. In Germania, i nomadi digitali che guadagnano più di 10.703 dollari all'anno devono pagare l'imposta sul reddito. Nella Repubblica Ceca devono pagare una tassa sociale di 135 dollari all'anno.

Evitare la doppia imposizione

Il nomade digitale potrebbe incorrere in una doppia tassazione che lo costringe a pagare le tasse sia nel Paese d'origine che in quello ospitante. Per ovviare a questo inconveniente, molti Stati hanno firmato dei trattati fiscali. Le tasse vengono pagate nel territorio dove il cittadino lavora. La maggior parte dei Paesi europei che rilasciano il visto per nomadi digitali ha firmato accordi contro la doppia imposizione.

Ottimizzazione fiscale per i nomadi digitali

L'ottimizzazione fiscale prevede l'utilizzo di mezzi legali per ridurre le tasse. I nomadi digitali potrebbero essere tentati di trasferirsi in nazioni con regimi fiscali agevolati come Dubai, Bulgaria, Andorra o Estonia. Per scegliere la residenza fiscale più adatta al tuo profilo, è meglio chiedere aiuto a professionisti del settore, sia nel tuo Paese d'origine che in quello in cui ti stai trasferendo. I vantaggi fiscali da soli non sono sufficienti per decidere di cambiare residenza fiscale. Altri fattori da considerare sono il costo e la qualità della vita nella nazione di espatrio, la sua stabilità economica e politica e la semplicità amministrativa.