Luciana dalla Polinesia: 0 decessi per coronavirus

Interviste agli espatriati
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Pubblicato 2020-06-15 alle 09:05 da Francesca
In Polinesia Francese sono stati registrati 60 contagi da coronavirus e zero decessi. Ad oggi non ci sono infetti. Abbiamo raggiunto Luciana, una nostra connazionale espatriata a Huahine, che ci parla di come è trascorsa la sua vita in questi ultimi mesi. 

Come e quando sei venuta a conoscenza dell'emergenza sanitaria legata al diffondersi del coronavirus? E come hai reagito alla notizia?

Il 10 marzo abbiamo saputo dal tg locale del primo caso di persona infettata dal COVID-19 arrivata in Polinesia dalla Francia in aereo. Siamo rimasti sconcertati in quanto si trattava di una deputata francese di ritorno da un congresso parlamentare tenutosi in Francia che dichiarò di essersi sottoposta al test antivirus entro le 72 ore precedenti alla partenza e di essere risultata negativa.

Pare evidente che potrebbe aver contratto il virus passate le 72 ore prima di rientrare in Polinesia incontrando qualcuno di infetto e pertanto secondo noi non è sufficiente fare il test ma sarebbe necessario anche rimanere in quarantena prima della partenza per evitare di essere contagiati.

Che mezzi hanno usato le autorità locali per informare i cittadini dell'evolversi della situazione?

Esiste un sito web ufficiale dove poter essere aggiornati puntualmente sulle notizie più importanti ed è quello dell'Alto Commissariato polinesiano. E' da li che i notiziari locali ricavano le loro informazioni prima di pubblicarle.

Il governo ha imposto misure restrittive per impedire il diffondersi del contagio? 

Sono state adottate misure restrittive abbastanza immediate e progressive incominciando dalla chiusura delle frontiere internazionali e interinsulari. E' rimasto attivo esclusivamente il trasporto di merci di sussistenza ed i collegamenti per l'emergenza sanitaria.
Hanno inoltre messo il coprifuoco, prima dalle 20 alle 5 e successivamente dalle 21 alle 5 fino a che è stata dichiarata la fine dell'emergenza sanitaria. Hanno imposto limitazioni di vendita sulle bevande alcooliche e, sia questo provvedimento che il coprifuoco, sono stati decisi per evitare assembramenti notturni con festini che potevano degenerare in liti oltre che essere un'occasione di contagio stesso tra le persone.

E' stato consigliato l'uso di mascherine e guanti ed in alcuni luoghi e locali pubblici hanno limitato l'ingresso delle persone.

Per un periodo di tempo sono stati chiusi i luoghi di culto ed in seguito sono state imposte restrizioni sul numero dei partecipanti. Riguardo ai funerali in cui erano presenti esclusivamente i membri della famiglia ed un numero ristretto di persone, è stato possibile continuarli a fare e senza dover ricorrere alla cremazione perché nessuno dei deceduti era infetto da covid19.

Hanno obbligato ad utilizzare l'autocertificazione per gli spostamenti che erano consentiti solamente per le necessità di sopravvivenza e limitati ad una persona, per famiglia, alla volta. Alcune attività ritenute non indispensabili sono state chiuse e le banche hanno erogato degli aiuti finanziari sotto forma di prestiti garantiti dallo Stato.

Tutte queste misure sono state attuate durante il periodo del contagio che è stato limitato a 60 persone. Appena sono tutte guarite il Governo ha incominciato progressivamente a ripristinare il deconfinamento.

Ai casi sopra citati va aggiunto il soccorso ad una barca di pescatori peruviani di passaggio nelle acque polinesiane. L'equipaggio ha chiesto aiuto perchè 29 membri dell'equipaggio su 30 si erano ammalati di coronavirus. Sono state assistiti e poi fatti rimpatriare.

La crisi sanitaria ha avuto un impatto negativo sulla vostra attività?

Nella nostra attività di vendita di pizze su furgone, e quindi con il permesso di vendere per asporto, l'unica limitazione che abbiamo avuto è stata quella dell'orario del coprifuoco (a parte ovviamente di poter vendere esclusivamente per asporto). Abbiamo diminuito le ore lavorative ma abbiamo sempre avuto tanto lavoro.

Le frontiere sono aperte?

Stanno piano piano ripristinando l'apertura di tutte le frontiere, obbligati perchè la mancanza del turismo ha indebolito l'economia locale. Si è incominciato con l'obbligo della quarantena di 14 giorni all'entrata e test di negatività in partenza. Toglieranno progressivamente la quarantena lasciando il test fino a che non si trovano soluzioni alla lotta contro il virus.

Che misure precauzionali avete adottato?

Da parte nostra abbiamo sempre fatto attenzione durante le nostre uscite in pubblico ma non abbiamo mai usato ne guanti ne mascherina in quanto nella nostra isola non ci sono stati infetti. 

Ci siamo limitati a non scambiare baci, abbracci e la mano con tutte le persone che incontravamo e cercavamo di mantenere le distanze di sicurezza oltre a seguire le regole generali come restare a casa nostra anche dopo l'orario di lavoro, senza incontrare nessuno.

Com'è la situazione ora?

Gli isolani sono sempre stati abbastanza sereni nella loro vita quotidiana.
Oggi con il deconfinamento quasi totale si è tornati alla vita normale escluso per le persone che lavorano con il turismo internazionale che stanno aspettando la riapertura totale della frontiere, che per ora è stata annunciata in maniera progressiva nei prossimi mesi, ma che dipenderà soprattutto dalla situazione mondiale.

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