La testimonianza di Antonio in Sudan

Interviste agli espatriati
  • Antonio in Sudan
Pubblicato 2014-08-28 alle 00:00 da Expat.com team
Antonio ci racconta: "Il Sudan mi ha dato una cosa bellissima, ho imparato ad apprezzare molto di più la vita...ho deciso di fare questa esperienza con la consapevolezza di dover fare dei sacrifici, per un futuro migliore"...

Salve Antonio, grazie per dedicarci un po' del tuo tempo...vivi da molto in Sudan?

Sono esattamente due anni.

C'è un motivo in particolare che ti ha spinto a trasferirti proprio in questo Paese?

La Societa' per cui lavoro ha degli interessi in questo paese, cercavano una persona disponibile per un incarico con un compenso molto allettante tanto che non capivo il perche'... Poi quando sono arrivato in Sudan l'ho capito.

Qual'è stato l'aspetto più difficile da sormontare legato al trasferimento in Sudan?

Mi ritengo una persona di mentalita' molto aperta e che si adatta abbastanza facilmente a posti e situazioni diverse come e' stato per il Sudan.
In questo paese se non ci si adatta al caldo infernale, ci sono punte che arrivano ai 50 gradi, alla polvere, una cosi' sottile non l'avevo mai vista capace di entrare ovunque, ai cumuli di immondizia male odoranti che quando non vengono portati via vengono date alle fiamme.
Inoltre e' un paese islamico, io personalmente non ho nulla contro l'Islam ma bisogna sapere alcune regole che devono essere assolutamente rispettate, una delle piu' comuni quella di indossare un abbigliamento consono, io personalmente giro con degli shorts lunghi al ginocchio e flip flop quando non sono in ufficio, non sono il massimo ma e' tollerato, alla donna occidentale non viene richiesto di coprirsi il capo ma neanche puo' girare con minigonna e magliette super scollate e qui con le temperature che ci sono si e' molto invogliati.
Agli inizi, veramente mi sentivo perso, persino andare a comprare una semplice cosa era un'impresa, i negozi (chiamarli negozi) non sono segnalati, non hanno insegne e se ce l'hanno sono in arabo, mi dissero prima di partire vai tranquilo che tutti o la maggior parte della gente parla inglese... Falso. Prova ad entrare in una ferramenta (...l'ho trovata dopo due mesi) e chiedere una punta da trapano da 8mm, auguri!
Andare a fare la spesa al piccolo supermercato o addirittura al mercato dove non ci sono esposti i prezzi ed ogni articolo chiedere quanto costa il prodotto oppure che differenza c'e' tra questo e quello... Certi mal di testa!!!
Siamo abituati, o almeno io, ad entrare in un tabacchino per comprare una ricarica e uscire, quanto ci si puo' mettere? In Sudan se avanti a te c'e' un cliente che sta parlando con la cassiera, e non c'e' bisogno di capire l'arabo che stanno parlando di fatti loro, ma neanche provare a fare un cenno giusto per dire vorrei pagare e vado... Non si scompongono neanche di un millimetro, continuano a parlare dei fatti loro facendoti attendere. Con questo cosa voglio dire, che i Sudanesi sono persone che se la prendono molto con comodo, vivono giorno per giorno, per cui se sei una persona che e' abituata a fare le cose, come diciamo noi "TA -TA" velocemente, senza perdere tempo qui funziona tutto diversamente. Io ero, anzi lo sono ancora cosi' ma quando sono in Sudan mi modifico leggermente ed ammetto che non e' facile.

In quale parte del Sudan ti trovi?

Nella capitale, Khartoum e vivo in una zona residenziale che si chiama Amarat; diciamo che qui le cose sono un pochino migliori in quanto e' la zona delle Ambasciate per cui un po' tutto viene curato meglio, ma solo un pochino.

In base alla tua esperienza, ci potresti parlare un po' dei pro e contro legati alla vita in questo Paese?

Pro? Non saprei proprio. Volendo proprio essere egoisti diciamo che dovendo viverci ci sono delle cose che tornano comode come la manovalanza a prezzi bassissimi, la benzina costa circa 0.37cent/euro, il cambio euro con la moneta locale e' molto favorevole ma tutto questo e' purtroppo a discapito dei locali che vedono giorno dopo giorno l'aumento dei prezzi per i beni di prima necessita' come il latte in polvere, la benzina (aumentata del 98% in meno di due anni..), la farina ecc ecc.
Non e' facile arrivare in Sudan come non e' facile restarci... Mi spiego meglio, per entrare in questo paese ci vuole un visto e se non si e' sponsorizzati (ditta locale, Organizzazione NGO, Ambasciata, organizzazione UN) al massimo si puo' ottenere un visto turisto di un mese, per rinnovarlo serve seguire una procedura poco facile. Se poi venite per turismo e avete intenzione di fare qualche scatto con la vostra nuova super fiammante macchinetta fotografica non vi dimenticate di richiedere il permesso al Ministero del Turismo, in quanto e' vietato fare foto in special modo agli obbiettivi considerati "sensibili" come ponti, edifici del governo, edifici militari. Se scovati sarete subito arrestati.
Tolte queste cose diciamo per il livello di sicurezza non ci sono problemi in quanto la citta' e' stra-sorvegliata dalla polizia regolare e security (polizia in abiti civili). vi potete sentire sicuri di girare la citta' a qualsiasi orario. Sinceramente se non e' per un motivo di lavoro non vedo proprio il motivo di venire in Sudan.

Paese che vai, usanze che trovi: c'è un'abitudine locale che ti ha maggiormente colpito?

Sicuramente il periodo del Ramadan e' un periodo particolare, i musulmani praticano il digiuno, periodo che va dai 28 ai 30 giorni in base alla luna.
Il digiuno durante tale mese costituisce il quarto dei cinque pilastri dell'Islam. In alcuni paesi a maggioranza islamica il mancato rispetto del digiuno nei luoghi pubblici è sanzionato penalmente in quanto urta la morale comune, tuttavia nella sfera privata non sussiste alcun obbligo.
E' simpatico trovarsi per strada al tramonto, 19.20 / 19.30 dove improvvisamente si vedono auto, bus, furgoni, rashaw e chiunque si trovi per strada in quel momento accostano, si fermano, scendono, iniziano ad imbandire il luogo dove si trovano con ogni bene alimentare anche se non si conoscono, condividono il FUTUR o FATUR, la fine del digiuno giornaliero.

Gli aspetti che più ti soddisfano della tua vita attuale...

Il Sudan mi ha dato una cosa bellissima, tralasciamo la parte economica che comunque ci sta, 'non sarei mai venuto in Sudan per cambiare aria, al di la' dei soldi, vivendo in Sudan ho conosciuto persone che vivono in condizioni disperate, in casa costruite con il fango di cui non hanno la pallida idea se resistera' alla prossima pioggia, che 3 volte l'anno si ammalano di malaria, senza nessun tipo di certezza e comunque vada sono sempre li con il sorriso..... Sicuramente ho imparato ad apprezzare molto di piu' la vita.

C'è qualcosa che è assolutamente necessario fare prima della partenza (ad esempio stipulare un'assicurazione sanitaria privata) oppure portare con sè dall'Italia ( tipo prodotti che lì non si trovano)?

Sicuramente vi dovete rivolgere alla vostra ASL di competenza, c'e' da seguire tutta una profilassi per questa zona con tutti i richiami tra cui la febbre gialla. Per la malaria non fate nulla, usate solo le normali precauzioni, evitate le zone paludose, se uscite di notte vestite in modo da coprire il piu' possibile, tipo jeans e camicia a manica lunga, evitate le ciabatte ed usate epellente sulle parti scoperte tipo Autan. Alle brutte si dovesse contrarre la malaria ( i sintomi sono chiari, febbre alta 39/40' e forti dolori alle articolazioni in special modo alle ginocchia e gomiti) in queste zone viene curato come un semplice raffreddore. Il medico vi dara' delle pasticche e dopo qualche giorno sara' tutto passato. Anche perche non vi e' un vaccino con una lunga durata per la malaria.
Una assicurazione sanitaria sarebbe consigliata, gli ospedali locali sono decisamente al di sotto degli standard. In caso di emergenza non si puo' fare a meno ma appena trasportabili si consiglia il rientro in Italia o paese vicino.
Il problema non sono i farmaci ma lo stato di conservazione degli stessi, i farmaci di prima necessita' sono reperibili nelle innumerevoli farmacie in tutta Khartoum, basta controllare sempre l'integrita' della confezione e del contenuto e ovviamente la data di scadenza. Io porto sempre una scorta dall'Italia di tachipirina, supposte, collirio, antibiotici a largo spettro, pomate contro le bruciature, per problemi intestinali ecc ecc.

Se dovessi fare un bilancio relativo alla tua esperienza di espatriato, sei soddisfatto della scelta presa?

Abbiamo deciso di fare questa esperienza con la consapevolezza di dover fare dei sacrifici, per un futuro migliore, abbiamo cambiato le nostre abitudini, abbiamo lasciato le famiglie, amici e parenti. In compenso stiamo facendo giorno dopo giorno nuove esperienze, nuove conoscenze, abbiamo conosciuto una nuova cultura, nuovi sapori, in un paese non proprio facile e andiamo avanti. Si siamo molto soddisfatti della decisione presa.

Infine, ti senti di dare qualche consiglio ai giovani Italiani alla ricerca di nuove opportunità all'estero?

Le uniche opportunita' che ci sono in questo paese sono le opportunita' di volontariato, ci sono molte organizzazioni che stanno cercando di migliorare la vita delle persone che vivono in zone remote con la costruzione di ospedali, scuole, pozzi ecc. A Khartoum e dintorni ci sono preti e suore italiane che ormai da anni operano qui e danno una mano ai meno fortunati, vi e' anche un college italiano chiamato Comboni College dove oltre alle normali lezioni insegnano italiano e inglese e ho avuto l'onore di conosce un giovanissimo professore italiano (...mi sfugge il nome ricordo solo che e' del Nord Italia) che sta portando avanti tanti progetti con successo, con tanto di borsa di studio per gli studenti locali.
Mi rivolgo ai giovani, per l'estero in generale non abbiate paura, fate la vostra valigia e partite sicuramente ci saranno piu' opportunita' che in Italia, fate solo attenzione,valutate bene le inserzioni e le persone che vi offrono mare e monti per un lavoro da poco, dietro a queste offerte si potrebbero nascondere delle fregature.
In bocca al lupo a tutti.

Condividi la tua esperienza d'espatriato!

Partecipa anche tu all' intervista e contattami

Partecipa