Anno sabbatico all'estero: perchè e come approfittarne?

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Pubblicato 2024-04-16 alle 11:30 da Asaël Häzaq
Si dice che "formi la gioventù", contribuisca allo sviluppo personale e prepari alla vita lavorativa. L'anno sabbatico può essere vissuto anche come iniziazione all'espatrio. Pratica diffusa tra i giovani in tanti Paesi, non è però ben vista dappertutto. Approfondimenti in questo articolo.

Un trampolino di lancio per la vita da espatriato

Nei Paesi nordici, in Australia, Danimarca, Germania, Regno Unito e Irlanda, prendere un anno sabbatico fa parte della cultura locale. Ovviamente, questa pratica varia nel tempo e a seconda delle nazioni. I giovani danesi, ad esempio, sono sempre meno propensi a prendere un anno sabbatico. Ma la tradizione persiste. In queste destinazioni è più facile prendersi un anno sabbatico perchè i sistemi educativi consentono più pause e i genitori ne riconoscono i benefici.

Molti giovani che prendono un anno sabbatico lo usano per viaggiare all'estero, spesso per la prima volta. È anche un'opportunità per esplorare un nuovo mondo professionale, a meno che non scelgano di lavorare nel loro campo. In ogni caso, i viaggiatori si confrontano con una nuova cultura, un nuovo stile di vita e di lavoro. Esistono diverse opzioni per chi vuole sperimentare la vita da espatriato durante un anno sabbatico, tra cui le iniziative di solidarietà internazionale e i visti di vacanza-lavoro.

Programmi di volontariato e solidarietà internazionale

Ci sono diversi modi per fare volontariato all'estero tramite varie organizzazioni. Il Volontariato Internazionale (IV) permette ai giovani cittadini dello Spazio Economico Europeo (SEE), di età compresa tra i 18 e i 28 anni, di lavorare all'estero per 6-24 mesi. Si tratta di un lavoro pagato all'interno di un'azienda o di un'amministrazione (con una retribuzione fissa).

Un altro programma, l'International Solidarity Volunteering (ISV), permette ai viaggiatori di partecipare a una missione all'estero con un'organizzazione autorizzata. Anche in questo caso si tratta di un'opportunità retribuita. A differenza del volontariato internazionale, l'ISV non prevede requisiti di età o nazionalità, anche se si rivolge principalmente a laureati che hanno alle spalle una prima esperienza professionale. I tirocini ISV si svolgono principalmente nei settori della sanità, dell'istruzione, dello sviluppo urbano e rurale e della gestione delle emergenze.

Visti per vacanze-lavoro (WHV)

Il WHV (working holiday visa) consente di viaggiare all'estero, solitamente per un anno. Si tratta quindi di un'opzione perfetta per un anno sabbatico. In genere, chi richiede questo visto deve avere un'età compresa tra i 18 e i 30 anni, con alcune eccezioni per determinate nazionalità. I cittadini francesi, ad esempio, possono richiedere un WHV in Australia o in Canada fino a 35 anni. Il WHV è soggetto a un accordo bilaterale con il Paese partner, che ne determina i criteri di ammissibilità. Questo spiega perché le destinazioni, e la durata del visto, possono variare a seconda della nazionalità. Il visto per vacanza-lavoro offre i vantaggi di viaggiare, vivere e lavorare nel Paese ospitante per un anno (o più, a seconda dell'accordo bilaterale). Inoltre, offre l'opportunità di frequentare corsi di lingua. Da quando le frontiere sono state riaperte, i vari Stati si stanno impegnando per riuscire a emettere, o superare, lo stesso numero di visti del periodo precedente alla pandemia.

Vantaggi di un anno sabbatico all'estero

Trascorrere un anno sabbatico all'estero offre numerosi vantaggi, sia a livello sociale che professionale. Di solito viene preso tra la fine di un ciclo di studi e l'inizio di un altro, e rappresenta un'opportunità unica per imparare in modo diverso. Non si tratta di un anno di ozio, ma di un'avventura ricca di esperienze e incontri.

Chi sostiene gli anni sabbatici sottolinea anche i vantaggi professionali per i giovani che scelgono di andare all'estero. I giovani acquisiscono competenze che li rendono più indipendenti, intraprendenti e pronti per essere assunti. Si confrontano con un'altra cultura e con un altro mondo del lavoro e possono imparare una nuova lingua. La crisi sanitaria ha riacceso il desiderio di un anno sabbatico, non solo tra i giovani adulti.

L'anno sabbatico non è diffuso ovunque

La Francia, come il Belgio, la Repubblica Ceca, la Bulgaria, la Corea del Sud e il Giappone, non hanno ancora abbracciato del tutto il concetto di anno sabbatico. Anche gli Stati Uniti hanno delle riserve sul fatto di prendersi un anno sabbatico "senza una buona ragione", anche se questa pratica sta lentamente prendendo piede. Il trasferimento internazionale, la scoperta di sé e tutti gli aspetti positivi del viaggio e dell'incontro con nuove persone non sono sempre considerati validi motivi per una pausa. In questi Paesi, un anno sabbatico è spesso visto come un anno sprecato.

I sistemi educativi e la cultura giocano un ruolo importante. In Francia e in Giappone, ad esempio, i percorsi accademici sono in gran parte predefiniti fin dalla scuola dell'obbligo. Alle superiori, gli studenti devono scegliere il loro percorso professionale, il che genera una pressione che continua anche durante l'università, quando ci si aspetta che eccelgano a tutti i costi. In Giappone, i colloqui di lavoro iniziano durante gli ultimi anni di studio; le aziende vanno a reclutare gli studenti migliori prima ancora del diploma. Prendersi un anno sabbatico in questo periodo, per andare all'estero, è quasi impossibile.

Anno sabbatico: obbligo o scelta?

In alcuni casi, un anno sabbatico potrebbe essere subìto piuttosto che scelto. E' il caso, ad esempio, di giovani che non sono stati accettati nel programma di studio scelto. Anche se non si tratta di una soluzione ottimale, questo anno sabbatico non pianificato può essere utilizzato in modo strategico. Gli studenti possono colmare le loro lacune, imparare una lingua straniera, seguire una formazione supplementare o dedicarsi ad altre attività per migliorare le possibilità di riuscita l'anno successivo. In questo modo, possono trasformare una pausa forzata in una parentesi produttiva.

Espatrio anticipato?

Perché alcuni Paesi sono riluttanti nei confronti dell'anno sabbatico? Genitori e professionisti spesso vedono con sfavore i giovani che si concedono un anno sabbatico all'estero. Andare all'estero per uno stage, invece, è più accettato perché rientra comunque nell'ambito degli studi. Il fatto di prendersi un intero anno sabbatico, libero da impegni, desta invece qualche perplessità tra gli scettici.

Spesso viene visto come un modo per sfuggire alle responsabilità e per dare priorità all'avventura rispetto alla carriera. I genitori temono che i figli "rimangano indietro" durante questo anno di pausa, con ripercussioni sul futuro. Hanno paura che il figlio non sia in grado di "rimettersi in carreggiata" con gli studi o il lavoro, che fatichi a spiegare il buco nel curriculum e che non riesca a integrare il mondo del lavoro.

Il timore di una "lacuna nel curriculum" è ancora molto diffuso, sia per chi resta nel proprio Paese che per gli espatriati. Per gli espatriati, c'è l'ulteriore sfida di adattarsi alla cultura della nazione straniera. In Corea del Sud o in Giappone, ad esempio, i curriculum sono molto formali e non offrono molto spazio per spiegare il proprio percorso formativo. Si può solo elencare l'evoluzione della propria carriera anno per anno. Anche la cultura lavorativa francese favorisce un "curriculum senza lacune", anche se le cose stanno lentamente cambiando, a fronte di un crescente interesse per la personalità del candidato. È proprio in quest'ottica che gli espatriati possono far leva sulle loro esperienze.

Riconoscere i benefici dell'anno sabbatico: progressi lenti

Nei Paesi restii alle pause, non lavorare è spesso visto come un segno di vulnerabilità e di mancanza di motivazione. Al contrario, le culture che abbracciano l'anno sabbatico sostengono che non si tratti di una semplice pausa. Gli studenti che prendono un anno sabbatico restano attivi, ma in modo diverso. Esplorano nuove destinazioni, incontrano gente diversa da loro e scoprono nuove professioni o modi diversi di organizzare il lavoro. Queste esperienze permettono di acquisire preziose competenze tecniche (hard skills) e sociali (soft skills).

La situazione sta cambiando, anche nei Paesi che non hanno una forte tradizione legata all'anno sabbatico. In Francia e negli Stati Uniti c'è una maggiore apertura verso i curriculum non convenzionali. Il " buco " in un curriculum non è più visto come un punto a sfavore, ma come una risorsa. Nel mondo di oggi, dove le soft skills sono apprezzate tanto quanto le hard skills, il profilo di un espatriato può essere molto interessante per università e aziende. Vivere all'estero aiuta a sviluppare un'ampia gamma di competenze. Il viaggiatore scopre e integra una nuova cultura, con nuove norme, valori, modi di pensare e stili di lavoro. Impara a confrontare queste esperienze con il proprio background e ad adattare il suo comportamento di conseguenza. Può imparare una nuova lingua e assimilare nuovi codici di comportamento. Questo processo di autoriflessione, decostruzione e ricostruzione è molto apprezzato in un mondo che privilegia il lavoro di squadra, il compromesso, la capacità di negoziazione e l'autonomia.

Anche i lavoratori dipendenti si stanno lanciando in quest'avventura. Sebbene sia soggetto a dibattiti simili a quelli dell'anno sabbatico, il congedo sabbatico sta guadagnando popolarità. I dipendenti cercano opportunità per ridefinire se stessi, perseguire altri progetti professionali e vivere all'estero.